Latest posts

La nascita del quorum: quando e perché è nato questo principio

La parola quorum fa parte del lessico politico e giuridico quotidiano, ma pochi conoscono davvero l’origine storica di questo termine e del suo significato. Dietro a questa parola apparentemente tecnica si nasconde una lunga evoluzione istituzionale che affonda le radici nel diritto inglese e nelle pratiche parlamentari medievali.

Le origini latine

Il termine quorum deriva dal latino ed è, in realtà, una forma tronca di una frase più lunga. Significa letteralmente “dei quali”. L’espressione completa era usata nei documenti ufficiali in epoca medievale per indicare che una determinata azione poteva essere compiuta solo se erano presenti alcuni membri specifici di un gruppo.

Ad esempio, in una commissione composta da diversi giudici di pace, un atto ufficiale poteva essere ritenuto valido solo se erano presenti alcuni tra loro, espressamente nominati nei documenti: “quorum A, B, C esse volumus” (dei quali vogliamo che siano A, B e C).

L’uso nel diritto inglese

Il concetto di quorum si sviluppa pienamente in Inghilterra tra il XIII e il XV secolo, in un contesto istituzionale in cui la Common Law iniziava a prendere forma e le assemblee collegiali, come quelle giudiziarie o municipali, cominciavano a funzionare secondo regole più strutturate.

Nel sistema delle corti inglesi e nei tribunali locali, si stabilì che alcune decisioni potevano essere considerate legittime solo se vi partecipava un numero minimo di persone. Da lì, il concetto si estese anche alle assemblee politiche: la validità di una votazione, infatti, non poteva prescindere da una soglia minima di partecipazione.

Dal Regno Unito all’Europa continentale

Il principio del quorum, formalizzato nel diritto inglese, cominciò a influenzare anche il pensiero giuridico e politico del continente europeo. Le idee sulla rappresentanza, sulla legittimità delle assemblee e sul ruolo del cittadino iniziarono a essere codificate tra il XVII e il XVIII secolo.

Fu durante l’epoca illuminista che il quorum divenne anche un principio di garanzia democratica: serviva a impedire che una minoranza potesse decidere per tutti, e al tempo stesso assicurava che le decisioni di un’assemblea rappresentassero una base significativa di partecipazione.

L’età contemporanea: il quorum nelle costituzioni moderne

Con l’avvento degli Stati costituzionali moderni, soprattutto nel XIX e XX secolo, il quorum è entrato stabilmente nei regolamenti parlamentari e nelle leggi elettorali.

In particolare, si distingue tra:

  • Quorum costitutivo: il numero minimo di presenti necessario per dichiarare valida una seduta.

  • Quorum deliberativo: il numero minimo di voti favorevoli richiesti per approvare un provvedimento.

Nelle Costituzioni repubblicane, come quella italiana del 1948, il quorum viene adottato per molte decisioni importanti: ad esempio, per l’elezione del Presidente della Repubblica o per la validità dei referendum abrogativi (che richiedono la partecipazione del 50% più uno degli aventi diritto al voto).

Un principio in discussione

Nel corso degli anni, il quorum è stato oggetto di numerosi dibattiti. Alcuni ritengono che possa diventare uno strumento di blocco, usato per invalidare consultazioni popolari. Altri, invece, lo considerano ancora fondamentale per garantire la partecipazione consapevole e impedire derive oligarchiche.

Ciò che è certo è che il quorum, nato secoli fa in un’Inghilterra ancora feudale, è diventato un pilastro delle moderne democrazie rappresentative, assumendo diverse forme ma mantenendo intatta la sua funzione originaria: garantire la legittimità delle decisioni collettive.

Se vuoi approfondire l’argomento, visita la nostra libreria. Troverai una vasta selezione di testi storici e giuridici per ampliare le tue conoscenze.

Libreria La Pirola
C.so Vinzaglio, 7 - Torino
Telefono: 011 546620
Esplora il nostro catalogo online o contattaci su WhatsApp per qualsiasi richiesta!

Posted in: La Pirola Torino

Leave a comment